A settembre l’assessore regionale all’Ambiente Stefano Baccelli aveva parlato di  “provvedimento cardine” in materia edilizia, teso a favorire interventi di riuso e riqualificazione del patrimonio, nell’ottica della semplificazione. Mercoledì 17 novembre, la commissione Territorio e Ambiente, guidata da Lucia De Robertis (Pd), ha approvato a maggioranza – registrando il voto favorevole dei consiglieri del Partito democratico e l’astensione dei consiglieri di minoranza – la proposta di legge di adeguamento al decreto-legge 16 luglio 2020, n.76 (Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale) anche in riferimento alla sentenza 2/2021 della Corte Costituzionale, relativa alle modifiche in materia di edilizia  (leggi regionali 65/2014 e 31/2020).

Nel corso dei lavori – caratterizzati da un attento e approfondito esame dell’articolato, tra emendamenti, osservazioni del legislativo e richieste di approfondimento – è emersa la volontà dei componenti della commissione di procedere ad un lavoro organico, anche sugli emendamenti che saranno presentati in Aula. Intanto, maggioranza e opposizione hanno, insieme, stralciato i primi 2 articoli della proposta di legge, che secondo gli uffici della Giunta erano norme di raccordo con leggi speciali, ma che la Commissione, sulla base di quanto rilevato dall’ufficio legislativo del Consiglio, ha ritenuto ultronee.

Sul fronte degli emendamenti, sia su quelli proposti dalla Giunta e dalla presidente De Robertis, che su quelli del Partito democratico – illustrati da Cristiano Benucci (Pd) – è stata sottolineata la possibilità di intervenire anche in Aula, recependo le richieste avanzate sia dal vicepresidente Capecchi che dalla capogruppo della Lega Elisa Montemagni. Non solo, De Robertis, dopo aver parlato di “livello molto alto del dibattito e di modifiche complesse, nell’interesse dei cittadini”, ha chiuso l’intervento dando disponibilità per “l’apertura sul Preambolo ad un emendamento condiviso, per mettere in evidenza tutti i chiarimenti interpretativi, si come aveva suggerito il vicepresidente della commissione, Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia). La commissione, non a caso, sulla proposta di legge ha registrato il voto favorevole della maggioranza e l’astensione della minoranza, proprio “in vista di ulteriori approfondimenti” e il Preambolo è stato lasciato “politicamente in sospeso”. Toccherà alla presidente e al vicepresidente della commissione lavorare insieme su uno specifico emendamento.

Tra le modifiche introdotte dalla legge ricordiamo in particolare la nozione di ristrutturazione edilizia, che è stata ampliata; la possibilità di comprendere anche interventi di aumento di volumetria; la proroga del piano operativo dei Comuni da tre a cinque anni; il dimezzamento dei tempi di attesa per l’autorizzazione sismica. L’entrata in vigore della proposta di legge, come spiegato nel corso dei lavori, è importante sia quella ordinaria, soprattutto per non creare problemi ai Comuni. Infatti, compete alle amministrazioni comunali stabilire in concreto quali siano gli interventi ammissibili sui diversi edifici del proprio territorio, a prescindere da come tali interventi sono definiti dalla normativa sovraordinata, lasciando alla normativa regionale il compito di individuare il regime amministrativo e la procedura di sanzione, nel rispetto della disciplina statale di riferimento.

Nel corso della commissione sono stati inoltre approvati a maggioranza – con il voto favorevole del Partito democratico e il voto contrario della minoranza – le proposte di legge riguardanti rispettivamente gli Interventi normativi collegati alla seconda variazione al bilancio di previsione 2021-2023, e la seconda variazione al Bilancio di previsione finanziario 2021-2023.

Voto unanime è stato invece espresso sulla proposta di risoluzione, di iniziativa della commissione, “Per addivenire rapidamente alla riattivazione della ex strada statale Tiberina 3-bis unica alternativa alla E 45 per i collegamenti fra Valtiberina ed Emilia – Romagna”.


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